Nonostante il riscaldamento globale, l’inverno 2025-2026 riserverà molte sorprese agli italiani: arriva il freddo tipico delle stagioni di un tempo.
Guardare la neve che cade fuori dalla finestra, rintanati nel caldo di casa. Uscire coperti da piumini, sciarpe e cappelli per proteggersi dal rigido inverno. Esperienze legate ormai al passato, quando diversi anni fa questi scenari erano all’ordine del giorno nella stagione fredda.

Gli effetti del riscaldamento globale hanno abituato anche l’Europa a temperature miti, che in Italia in particolar modo, hanno fatto dimenticare il vero gelo. Negli ultimi anni il periodo invernale si è presentato tiepido e scarsamente dinamico, ma il fenomeno non è strettamente legato alla stagione.
Quando il clima è più caldo, è anche più soggetto ad estremi meteorologici, che quest’anno si potrebbero manifestare con l’irruzione improvvisa di correnti artiche. Lo studio dei primi modelli e indici atmosferici, lascia ipotizzare un inverno che farà felici gli amanti del “vero” freddo.
Le fasi miti, con grandi probabilità, saranno alternate a nevicate e freddi intensi che renderanno il meteo quanto mai imprevedibile. Non sarà dunque, una stagione monotona e poco distinguibile, ma piuttosto un inverno come quelli di una volta.
Le previsioni sono il frutto dello studio dell’influenza predominante di un fattore centrale, che potrebbe intervenire segnando un’inversione di rotta drastica rispetto al passato.
Clima rigido e nevicate diffuse: l’influenza della Niña sull’inverno 2025-2026
Le temperature scenderanno sotto la media in Europa e in Italia, le nevicate saranno diffuse e l’aria artica si farà sentire. Le prime previsioni degli esperti del Centro Europeo ECMWF si basano sulla possibilità del fenomeno ENSO (El Niño–Southern Oscillation).

Si tratta di una condizione climatica che, nella sua fase fredda, porta il nome di Niña e che si verifica quando la temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico Equatoriale scendono rispetto al normale. Pur essendo distante dall’Italia, porta a conseguenze che si riflettono su tutto il pianeta.
Il getto polare viaggia verso sud, spostando masse d’aria artica. Gli effetti diretti sono visibili in genere in America, in particolare nelle aree di Canada e Stati Uniti, che si trovano a vivere inverni rigidissimi. Questa volta però, lo scenario potrebbe esserne influenzato anche in Europa.
In alcuni casi, la presenza di Niña ha favorito formazioni d’alta pressione sull’Atlantico, che hanno spinto le correnti fredde dalla Russia alle aree centrali e meridionali. Non è da trascurare inoltre, un altro fattore determinante.
Il Vortice Polare, circolazione atmosferica che durante l’inverno ha origine nel Polo Nord, potrebbe indebolirsi e dividersi, consentendo al getto di aria gelida di raggiungere il sud. Il fenomeno potrebbe verificarsi qualora le temperature nell’atmosfera si alzassero bruscamente, innescando lo stratwarming.
Il ritorno della Niña aumenta le possibilità che il Vortice Polare perda la sua struttura compatta e forte che, quando resta così per tutto l’inverno, ha la capacità di trasformarsi in uno scudo che confina il freddo al Polo.
Le ondate di freddo nell’inverno 2025-2026 dunque, sono una probabilità sempre più concreta che potrebbe iniziare a realizzarsi dopo i primi di novembre. Non resta che attrezzarsi in tempo.