Ciak si suona 2020, ai giardini di Monte Mario. La rassegna intende omaggiare il particolare settore della composizione di musica per il cinema.
Sono pertanto previsti un ciclo di spettacoli live a tema dove verranno eseguite le colonne sonore più belle degli ultimi anni, una mostra permanente dedicata all’evoluzione del sonoro nella produzione cinematografica a cura del Centro studi di cinematofrafia, dibattiti sul particolare settore della composizione della musica al servizio delle immagini.
Inizia il 21 settembre “CIAK SI SUONA 2020”, una serie di sei concerti dedicati alla musica da film, ma non solo, nella splendida cornice verde dei Giardini di Monte Mario. Tutti i concerti iniziano alle 21.00 e sono ad ingresso gratuito. La direzione artistica è del Maestro Luigi Lanzillotta.
Rendere un omaggio in musica a Fellini significa ovviamente eseguire le musiche scritte per i suoi film da Nino Rota, che incontra Fellini quando stava realizzando il suo primo film come regista, ‘Lo sceicco bianco’ del 1952. Da allora Fellini volle esclusivamente Rota per le musiche dei suoi film, fino a Prova d’orchestra del 1978: si crea insomma una vera simbiosi tra due geni assoluti del ‘900. I film di Fellini non sarebbero gli stessi senza le colonne sonore di Rota, che contribuiscono a creare quelle atmosfere incantate, surreali, magiche e inafferrabili, che hanno reso necessario creare una nuova parola per cercare di definirle: felliniane.
Solo la morte di Rota nel 1979 può interrompere questa collaborazione, che resta un capitolo indimenticabile nella storia dei rapporti tra la musica, la più antica delle arti, e il cinema, la decima musa. Sono in programma le musiche scritte da Nino Rota per La Strada, Casanova, Otto e mezzo, La Dolce Vita, Amarcord e
‘Le notti di Cabiria’. Suona l’Ensemble Roma Sinfonietta, formato da alcuni dei migliori strumentisti della scena musicale romana. Al piano Antonio Di Pofi, che ha curato gli adattamenti musicali. Nel corso della serata Peppe Servillo riceve la targa scultura “La Piuma d’oro”, opera dello scultore Alessio Deli, quale riconoscimento della sua attività di artista poliedrico nell’ambito cinematografico, teatrale e musicale.
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